Approccio sistemico-relazionale | Associazione Amaranta
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Approccio sistemico relazionale

L'approccio sistemico relazionale ritiene che, per conoscere fenomeni complessi (come il comportamento umano, le comunicazioni interpersonali e familiari, le organizzazioni aziendali ed istituzionali, le interazioni tra uomo e natura) sia importante indagare le relazioni tra gli elementi di quel fenomeno ed il contesto nel quale questo avviene, più che i singoli elementi.
Inoltre, secondo tale approccio, i fenomeni complessi non rispondono a logiche lineari e prevedibili (una causa, un effetto sicuro), ma a meccanismi più complessi di causalità circolare, nei quali causa ed effetto sono legati ricorsivamente e non è possibile stabilire dove vi sia l'inizio del processo se non in modo arbitrario, e per i quali condizioni di partenza simili possono avere conseguenze molto diverse, pertanto la prevedibilità è solo ipotetica.

Esempi

Ad esempio, nel contesto scolastico-formativo, utilizzare un approccio sistemico-relazionale significa non considerare i singoli soggetti (alunno, docente, dirigente, genitori...) in maniera separata, ma come parte di un sistema aperto, complesso ed in evoluzione non prevedibile. Così, un improvviso calo nel rendimento di un alunno verrà considerato come un messaggio, una comunicazione di difficoltà all'interno delle relazioni con un sistema complesso, che potrà essere preso in considerazione per formulare domande ed ipotesi , con l'obiettivo non di trovare "la causa" e quindi di fornire "la soluzione" (che spesso si rivela di breve durata), ma di dare spazio ai significati attribuiti dai partecipanti al sistema, agli effetti che il "sintomo" ha e alla possibilità di co-costruire azioni che permettano al sistema di trovare un nuovo equilibrio.

Indicatori

In tutti i contesti in cui l'approccio sistemico-relazionale viene utilizzato per affrontare difficoltà o fasi di cambiamento (counselling individuale, familiare o scolastico, consulenza organizzativa, ecc.) i "sintomi", i segnali di difficoltà o stallo non vengono considerati come indicatori di patologia o devianza, ma come una risposta a situazioni o richieste del sistema di relazioni significative, percepite come problematiche e incontrollabili.

Storia

L'approccio sistemico è nato in ambito scientifico (fisica, meccanica- il testo fondativo, la Teoria Generale dei Sistemi di L. von Bertalanffy è del 1934), ma ha fin dall'inizio privilegiato un approccio multidisciplinare (fondamentali le Macy conferences del 1946, con la partecipazione di scienziati di diversi settori).
Il suo utilizzo nelle scienze umane prende avvio negli anni '40 e prosegue fino agli anni 70 grazie al lavoro di Gregory Bateson e del gruppo di ricerca del Mental Research Institute di Palo Alto, approfondendo in particolare l'ambito psicologico e della comunicazione umana.
Negli anni 70 inizia il suo sviluppo in Italia, soprattutto in ambito psicoterapeutico ma anche di intervento organizzativo (Gruppo di Milano- Gianfranco Cecchin, Luigi Boscolo, Giuliana Prata, Mara Selvini Palazzoli).
Attualmente è utilizzato come strumento per l'analisi, la progettazione e la realizzazione di attività in molti ambiti: ricerca scientifica, studi evoluzionistici, psicoterapia, counselling, consulenza organizzativa, formazione.